Il glaucoma è la prima causa di cecità irreversibile al mondo e colpisce 55 milioni di persone: si manifesta prima danneggiando un organo e in seconda battuta colpendo l’occhio adelfo, danneggiando irreparabilmente il nervo ottico. Nella maggior parte dei casi è associato a un aumento della pressione interna dell’occhio che causa, nel tempo, danni permanenti alla vista, accompagnati da riduzione del campo visivo e alterazioni della papilla ottica, visibili all’esame del fondo oculare. “Una semplice visita oculistica è sufficiente a diagnosticare un glaucoma in fase iniziale o ancora non grave – la maggiore parte delle diagnosi è tutt’oggi occasionale oppure tardiva (malattia in stato avanzato) –. È necessario, pertanto, sottoporsi con regolarità a controlli oculistici, specialmente in presenza di fattori di rischio quali età, precedenti familiari e miopia elevata”. La frequenza del glaucoma, infatti – malattia ereditaria –non è un’esclusiva dell’anziano, ma può colpire tutte le fasi della vita (glaucoma congenito, giovanile, dell’adulto) e il rischio aumenta progressivamente con l’avanzare dell’età. La maggior incidenza della malattia e tra i 35-55 anni di età, quindi è buona norma, per chi ha più di 40 anni, sottoporsi a controlli oculistici annuali.
Ad oggi, soffrono di glaucoma 65 milioni di persone al mondo (dei quali 5 milioni sono irreversibilmente ciechi), ma circa il 50% di essi non ne sono a conoscenza.
La ricerca dei soggetti a rischio e il loro screening è la principale arma per limitare una patologia subdola e silenziosa che quando diviene soggettiva è ormai in fase preterminale. Infatti, la neuropatia glaucomatosa a caratteristiche di tipo cronico progressivo (in presenza di danno perimetrico la malattia anche in terapia medica e buon compenso pressorio progredisce, motivo per cui negli ultimi decenni la chirurgia del glaucoma ha preso sempre più importanza nella gestione della malattia sia per prevenire sia il danno visivo sia nella stabilizzazione e rallentamento della progressione. Infatti, con la chirurgia si ottiene un livellamento dei picchi pressori, che oggi noi specialisti sappiamo essere il primo motivo di progressione della malattia glaucomatosa, che in associazione alla terapia medica, che ha invece il compito di ridurre il valore pressorio, permettono di ottenere una corretta riduzione della progressione.